I luoghi della musica

Parco delle Arti Musicali

Parco delle Arti Musicali

Il complesso delle "Torri Montanare - Parco delle Artimusicali” (superficie 2.300 mq), inaugurato il 10 giugno 2011 è una struttura, appartenente alla Provincia di Chieti, che risale al XIV secolo, nata come convento dell’adiacente Chiesa dei Canonici Regolari Lateranensi, ora Santa Giovina. Il convento, dismesso in epoca napoleonica, ha avuto diverse vicissitudini. Fino al 1992 è stato adibito a carcere per la Città di Lanciano. Successivamente è stato sottoposto ad una raffinata ristrutturazione, per essere adibito a “Cittadella della Musica” o “Parco delle Arti Musicali”, in linea con le tradizioni musicofile della città. Il restauro, durato dal 2004 al 2010, è stato sovvenzionato con fondi CIPE della Regione Abruzzo e un mutuo della Cassa Depositi e Prestiti per la Provincia di Chieti. L'intera somma spesa per il restauro, la sistemazione e l'adeguamento delle Torri Montanare, ammonta a 4.428.741,00 euro. "Viene consegnato alla città di Lanciano un luogo che abbiamo voluto ribattezzare Parco delle Arti Musicali a voler sottolineare la pluralità delle attività artistico - musicali che potrà ospitare” - disse il Presidente della Provincia Enrico Di Giuseppantonio, nell’inaugurare la struttura. Da allora il Parco è stato utilizzato come spazio a disposizione della Città per concerti, manifestazioni ed eventi di vario genere. Dal 2012 ospita le sedi dell’Associazione Amici della Musica Fedele Fenaroli, l’Istituzione Civica Musicale Fedele Fenaroli, la Grande Banda Fenaroli “Città di Lanciano” e il Centro di Documentazione e Ricerche Musicali “F. Masciangelo”. Recentemente, a causa dell’emergenza covid, ha ospitato alcune sezioni di una scuola media cittadina.
Torri Montanare

Complesso delle Torri Montanare

Le Torri Montanare furono costruite per difendere la zona occidentale di Lanciano, l’unica parte della Città che, terminando in pianura, non poteva essere difesa dai possenti bastioni che circondano il resto dell’abitato. Nei pressi delle torri si apriva una delle antiche porte, quella detta “di Santa Maria la Nova” dal nome della chiesa, oggi conosciuta come Santa Giovina, che col suo convento vi sorgeva poco distante. Le mura risalgono ad epoche diverse, come denotato dalla differenza dei materiali utilizzati per la costruzione, dove in mattoni, dove in pietre squadrate, dove in un misto di pietrame e laterizio.Divenute Carcere, l’ultimo intervento le ha trasformate in quello che oggi è Il Parco della Musica e delle Arti che con la contigua Chiesa di Santa Giovina formano un unico
nucleo architettonico.
Teatro Fenaroli

Teatro Fedele Fenaroli

Il teatro "Fedele Fenaroli" è un teatro d'opera di Lanciano, teatro principale della città, dedicato al compositore lancianese Fedele Fenaroli (1730-1818). Il teatro in origine era una chiesa dei Padri Scolopi dedicata a San Giuseppe Calasanzio, fondata nel XVII secolo per volere di Giovanni Valsecca. Intorno al 1830 si cominciò a desiderare la costruzione di un teatro che potesse competere con il Marrucino di Chieti. L’incarico fu affidato all'ebanista Taddeo Salvini di Orsogna. Inizialmente doveva essere intitolato a Maria Carolina, moglie di re Ferdinando. L'opera consistette nella demolizione della chiesa di San Giuseppe e nell'edificazione della struttura, legandosi al palazzo municipale che si affaccia sulla piazza Plebiscito. Per il nome si propose in seguito "San Francesco" in onore del figlio di Ferdinando II Francesco delle Due Sicilie, ma alla fine del 1860 si decise per l'intitolazione al compositore locale Fedele Fenaroli, morto prima dei lavori. Il teatro fu inaugurato nel 1841 con un'opera buffa: La dama e lo zoccolaio di Vincenzo Fioravanti, malgrado la facciata incompiuta. Nel 1868 il teatro fu restaurato dal lancianese Filippo Sargiacomo e dotato di una sala convegni (la Casa di Conversazione municipale) e di una seconda sala, l'attuale Sala Mazzini. Il teatro fu ingrandito e restaurato negli anni '30 dal governo fascista, che fece rifare completamente la facciata di Taddeo Salvini, costruendo quattro poderose colonne doriche, abbellendo l'architrave con l'iscrizione latina e la dedica a Fedele Fenaroli, e i bassorilievi dei fasci littori. L'opera si concluse, come recita la data in numeri romani, nel 1938. Durante la seconda guerra mondiale subì danni a causa dei cannoneggiamenti della contraerea tedesca, nel 1943, e nel 1944 subì un bombardamento. Negli anni Sessanta il teatro cadde in decadenza e abbandono, crollò il soffitto, subì il terremoto del 1980, e fu restaurato negli anni Novanta, con riapertura nel 1996. Il teatro è a pianta quadrangolare irregolare, con bastioni sulla parte posteriore, che danno a strapiombo sul vallone del Ponte Diocleziano.Tali bastioni furono progettati da Filippo Sargiacomo per consolidare l'opera, assieme all'arco centrale che trapassa il teatro e il palazzo comunale. L'interno del teatro è costituito nella tipica maniera di un teatro all'italiana, con la sala di corte rettangolare, terminante, verso il palco, a ferro di cavallo, e i palchi suddivisi in quattro settori, compresa la piccionaia. Le fasce che separano un settore dall'altro, nei palchi, sono finemente decorate da fronzoli in stile tardo-barocco, con mascheroni e figure antropomorfe. La capienza del teatro è 327 posti.

Auditorium Diocleziano

Auditorium Diocleziano

Si tratta della struttura del Ponte della Madonna, meglio conosciuto come Ponte di Diocleziano. Il ponte del III secolo d.C., fu costruito per collegare il Quartiere Prato con il Piano della Fiera, separati dal Fosso della Petrosa. Distrutto dal terremoto del 1088 fu ricostruito nel XIII, sovrastato da una cappella dedicata alla Madonna, che divenne poi Chiesa nel XIV secolo, ora Basilica del Ponte, e coperto da una volta. Il ponte deve il suo nome al ritrovamento della testa di un imperatore romano, attribuita a Diocleziano. Attraverso il ponte coperto i cittadini si difendevano dalle incursioni dei Saraceni e di altri assalitori e si approvvigionavamo d’acqua. Il ponte si trova su una delle principali vie della transumanza, e, a suo tempo, costituiva una delle maggiori vie di accesso alla città. Le notizie relative al suo uso ai fini musicali si ricavano da un articolo scritto dal giornalista ed intellettuale Mario Lanci sulla rivista Itinerari del 1976 (Anno XV, n.1). Lanci scriveva che il nome “Auditorium Diocleziano” venne fuori nel 1973 in occasione della seconda edizione dei Corsi Musicali Estivi di Lanciano. Il restauro di quell’anno affidato all’architetto Augusto Angelini consentì l’uso ai fini musicali, in virtù della qualità acustica, dei locali sovrapposti alle arcate del ponte. Da allora la struttura è stata utilizzata innumerevoli volte per i corsi musicali estivi, ma anche per concerti, eventi e manifestazioni, quali la Rassegna “Riscopriamo il Presepe”, dell’Associazione Amici di Lancianovecchia, dal 1991.